Chiesa Romanica posizionata su di un colle convista panoramica a 360°.
La chiesa romanica di San Felice in Cinaglio risale al XII-XIII secolo: risulta infatti che nel 1246 svolge funzioni parrocchiali. Collocata al culmine di una collina che fu un tempo il nucleo centrale del paese, sorge ora in posizione solitaria sull’omonimo colle, che accoglie anche il cimitero e il Viale della Rimembranza. Tutto il complesso manifesta sacralità: il silenzio, la fitta vegetazione e lo splendido panorama che si offre alla vista dal sagrato della chiesa favoriscono l’ascolto.
Nei suoi tanti secoli di vita la chiesa di san Felice ha subito rifacimenti ed adattamenti, per cui oggi presenta un semplice corpo barocco mentre conserva l’originale abside romanica.
Vi si accede per una strada carrabile con parcheggio, più suggestivo il parallelo antico sentiero processionale, alberato e con originale acciottolato.
All’esterno l’edificio si presenta a pianta rettangolare ed abside semicircolare. La facciata barocca è coronata da un timpano curvilineo con una cornice e modanature in cotto; la porta d’ingresso è sormontata da un piccolo timpano curvilineo con una finestrella ovale.
Lungo il lato meridionale l’edificio presenta un corpo aggiunto a sua volta suddiviso in due ambienti: la domuncola, casa dell’eremita custode (ora deposito), e la cappella della Vergine del Rosario. che presenta una volta a botte dipinta a cielo stellato e sulla parete una cornice stuccata recante la seguente iscrizione DEO OPTIMO MAXIMO DEIPARAEQUE VIRGINI CUI ALTARI SOCIETAS SANCTISSIMI ROSARII CANONICE ERECTA FUNDATAQUE EST DIE 25 MAII ANNO 1665. Nella parte superiore figurano due angeli che reggono la Sacra Sindone.
L’abside semicircolare è scandita da tre lesene di mattoni e presenta una decorazione ad archetti pensili in laterizio.
La chiesa aveva una torre campanaria documentata da fotografie del 1966 ora scomparsa.
L’interno della chiesa è ad aula rettangolare, con archi a sesto ribassato, che delimitano tre voltine a vela. Il pavimento è in cotto antico e presenta lastre tombali in pietra, alcune datate.
Sul lato destro un armadio a vetri, che conteneva ex voto e arredi sacri, poi una cappella laterale (1625) con un altare sormontato da un tabernacolo con decorazioni in stucco di gusto settecentesco. E’ leggibile la scritta AVE MARIS STELLA: l'altare separato con un muro recente dalla cappella esterna, è dedicato alla Madonna del Rosario. In alto la colomba dello Spirito Santo.
L'abside, più piccola, si raccorda all'aula tramite un arco a tutto sesto che riporta un fregio in gesso di gusto rinascimentale. Alla base dell’arco sono collocati due putti in stucco poggiati su mensole.
I pregevoli AFFRESCHI dell'abside per i caratteri stilistici permettono di inserire la chiesa di Cinaglio nel gruppo di edifici religiosi che in diverse parti del Piemonte meridionale, ai confini con la Liguria e con la Francia, ricevettero una decorazione ad affresco da parte di pittori itineranti alla fine del Quattrocento. Al centro si impone il Cristo Pantocratore in mandorla, ai lati i quattro simboli degli Evangelisti: il leone alato (San Marco), l’uomo alato (San Matteo), il toro alato (San Luca) e l’aquila (San Giovanni). Sono poi raffigurati San Giovanni Battista in basso a destra e, a sinistra, presumibilmente il committente dell’opera con la Vergine Maria. Sulla fascia in basso è raffigurata tutta la Teoria degli Apostoli, con al centro un giovane Cristo benedicente; ogni apostoloreca il proprio oggetto-simbolo e il proprio nome al vocativo, a mo’ di preghiera.
Sulla destra l’immagine di un Santo, dalle sembianze di cavaliere /soldato, potrebbe essere l'effigie di San Giorgio oppure di un martire della legione tebea, come San Felice o San Defendente.
La parete sinistra presenta un’interessante iscrizione, una annotazione pastorale, incisa direttamente sull’intonaco: “1653 Li 16 novembre il Vescovo Paulo Br(izio) D’Alba ha cresimato quasi 800 per(sone) nella Chiesa nuova di Tiole, è stato richiesto et delegato da… di Pavia indi è andato in Asti suo piacere. Pr(ete) Gianni del Mango”.
Nel 1944 il pittore cinagliese Giovanni Lamberti rifece la decorazione interna della volta e delle pareti della chiesa, con la suddivisione in fasce bianche e grigie e il monogramma cristiano.